Che puffo troverò nell’ovetto Kinder di oggi? È la mia domanda esistenziale di ogni giorno.

All’apparenza potrei sembrare “rincitrullito completamente” ma abbandonando il livello di superficialità che ci avvolge, si potrebbe scoprire che questa domanda ci perseguita e ci ha perseguitato per sempre.

Nella mia precedente vita, ogni mattina la domanda affiorava nel momento in cui, mentre mi radevo, mi guardavo allo specchio.
E questi erano i giorni “buoni” perché molto spesso era questa la domanda che mi svegliava quando il sole non si era ancora svegliato.

Con il passare degli anni le sorprese, ovvero i puffi, dell’ovetto che scoprivo durante il giorno per lo più non erano piacevoli; sempre più dozzinali, sempre più imperniati sull’apparire, dominati dal “non conoscere” inteso come “ignoranza”.
Non sono altro che alcuni degli effetti “dell’onda lunga dell’ignoranza al potere”.

Oggi la domanda esistenziale non è così oppressiva e insistente, esce allo scoperto, in silenzio, durante il giorno, porgendomi nuovi significati e nuove prospettive.
Spunti per ampliare il mio livello di sapere, spunti per conoscere meglio il vento, le condizioni meteorologiche, le tracce e il comportamento degli animali.


La mia fotografia continua a mutare rapidamente; le inquadrature sono completamente diverse, è cambiata la capacità di vedere prospettive particolari, di inquadrare il soggetto estraendo, distillandolo, il sentimento dell’istante.

Anche la gestione dei miei obiettivi e delle mie performance è mutata.
Il raggiungimento della vetta è molto meno importante del vivere il sentiero, del perdersi negli scorci del panorama, di osservare i fiori e le piante, di cercare i segni della presenza degli animali e di scoprirli nei loro momenti di tranquillità.


È vero, qualche volta arrivo alla vetta, molte altre no!

È molto più importante per me il valore che ho raccolto dal sentiero.

Questo nuovo modo di vivere “obiettivi e performance”, ovviamente, mi porta a riflettere anche sul concetto di “obiettivi e performance” del mondo lavorativo.
Guardando con distacco la mia esperienza lavorativa, ritrovo solamente obiettivi all’apparenza collegati alla realtà, ma che sono per lo più rappresentazione di una dimensione immaginaria sostenuta da un sistema di indicatori di performance auto referenzianti che, de facto non misurano alcun dato di crescita reale del valore.

Ma la vera sorpresa, uno dei puffi che ogni giorno scopro in questa mia nuova vita, è il sentirsi “un privilegiato” che può volare libero nell’aria.